La sanità senigalliese è stata al centro del dibattito politico negli ultimi anni, risultando determinante nella campagna elettorale della estrema destra al governo regionale e comunale. La parola d’ordine, secondo la migliore tradizione populista, era “noi siamo migliori di loro, siamo il cambiamento”.
Con la giunta Olivetti, i servizi sanitari di Senigallia sono ai minimi storici
Ebbene in questi 4 anni di governo effettivamente hanno dimostrato di essere un governo di svolta, peccato che è una svolta negativa, peggiorativa. Mai in passato la sanità regionale, ed in particolare senigalliese, era caduta così in basso. Oltre a non aver ripresentato le unità operative complesse “perse” nella passata amministrazione (soppresse seguendo le indicazioni delle normative nazionali di riduzione delle unità operative) e sbandierate come obiettivo di questo governo, stiamo assistendo ad una debacle generalizzata a tutti i livelli, nonostante l’impegno del personale, medico e paramedico, che si spende ben oltre il dovuto, con l’impressione di una lotta contro i mulini a vento.
Il disagio del personale è manifestato dalla fuga che si è avuta negli ultimi anni, sia per pensionamenti anticipati (chi può scappa) sia per trasferimenti o presso altri ospedali o verso il privato.
L’aumento delle liste d’attesa, oramai incontrollato, è sotto gli occhi di tutti, con grande soddisfazione per il privato che sta facendo man bassa di prestazioni.
Il PNRR è stato progettato nella nostra regione, escludendo completamente la zona del senigalliese, a cui è stata assegnata solo una COT, come contentino. Il pronto soccorso è in perenne affanno, con tempi di attesa biblici per avere una prestazione (le Marche sono al penultimo posto per attesa nei P.S.), nonostante il ricorso a medici di cooperative e l’abnegazione dei professionisti dipendenti, di alta professionalità, ma oramai ridotti alla disperazione.
Saltamartini e Ciccioli hanno impegni più importanti?
Negli ultimi giorni, poi, c’è stata la classica ciliegina sulla torta: turni di 118 scoperti, senza medico presente in ambulanza. È questo un fatto gravissimo, che ci riporta indietro di 40 anni, quando le ambulanze, gestite dalla Croce Rossa, accorrevano in soccorso con personale sicuramente preparato, ma senza medici. Ricordiamo anche che il Dipartimento di Emergenza, istituito a Senigallia nel 1990 era considerato un fiore all’occhiello del nostro Ospedale. Oggi, nel 2024, non è accettabile che l’emergenza venga gestita in modo così inadeguato, da paese in via di sviluppo. Con l’imminente arrivo della stagione estiva , l’aumento della richiesta di prestazioni d’emergenza potrà creare ulteriori disservizi con gravi rischi per la salute dei pazienti. Ma forse chi deve prendere decisioni, in particolare il vice-questore Saltamartini, assessore alla sanità, ed il consigliere Carlo Ciccioli, medico candidato alle europee per FdI, sono troppo impegnati a cercare fondi per il bacino elettorale di Cingoli e Pergola (territorio dell’assessore Baldelli) o a fare passerelle a San Rocco, con sala mezza vuota, piuttosto che interessarsi alla salute dei cittadini e, in particolare, ai senigalliesi. E forse il sindaco, massima autorità sanitaria del Comune non è a conoscenza di queste spiacevoli e pericolose situazioni e se lo è, cosa intende fare?
Dott. Margherita Angeletti, Vicepresidente del Consiglio Comunale Partito Democratico
Dott. Rodolfo Piazzai, Consigliere comunale Partito Democratico
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