Viviamo giorni in cui la crisi climatica si fa sentire in tutta la sua concretezza. Siamo in pieno antropocene, l’era geologica dove le azioni dell’umanità sono in grado di influenzare l’ambiente terrestre. Percorrendo il territorio è possibile scorgere scenari desolanti: terreni aridi, siccità, neri asfalti incandescenti, edifici arroventati, code di auto in fila sotto al sole (spesso con una sola persona al loro interno). Per i meno fortunati che non possono andare al mare, trovare ristoro è impossibile se non chiusi in qualche locale con l’aria condizionata.
L’attuale modello di urbanizzazione è insostenibile
Ci chiediamo come e perché siamo arrivati a creare un ambiente così inospitale? Si dirà che palazzi, strade e parcheggi sono infrastrutture essenziali per la vita dei cittadini, che la richiesta sempre maggiore di queste opere va di pari passo con il progredire della civiltà.
Allora perché si costruisce senza posa su terreni vergini pur avendo intere zone con edifici abbandonati da riqualificare?
Perché, nonostante le migliaia di appartamenti realizzati ogni anno, aumentano i giovani e le famiglie che non trovano casa?
Perché nonostante si continui ad asfaltare ogni angolo della città, i parcheggi non bastano mai e il traffico è sempre più soffocante?
Siamo sicuri che il nostro modello di urbanizzazione sia corretto?
Ci piace vivere in una città soffocata dall’asfalto e dal cemento?
A chi giova questa smania di antropizzare, saturando ogni spazio libero?
Pensiamo che questo modello non sia più sostenibile.
È possibile trovarne un altro?
È possibile cambiare le cose?
La risposta fortunatamente è sì!! Ma dobbiamo fare presto perché il mondo ci sta parlando forte e chiaro (oggi con la “voce” di Caronte, ieri con la “voce” del Misa), chiedendoci di agire.
Un modello urbano sostenibile esiste e si può sviluppare su quattro temi
- Recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, non sfruttando ulteriori terreni;
- Aumento delle aree verdi, pubbliche e private, seguendo un piano specifico per la collocazione intelligente degli alberi (migliaia!);
- Privilegiare l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, iniziando dai servizi pubblici;
- Pianificazione di una mobilità sostenibile, per muoversi più agilmente e senza impatto sul territorio.
Stiamo avviando tante esperienze concrete che vanno in questa direzione, ma non basta, occorre essere uniti nell’intento di realizzare un modello di città più sostenibile e vivibile.
Una Senigallia nella quale è possibile ripararsi dalla calura estiva in un bosco pubblico; dove una famiglia può trovare casa ad un prezzo accessibile in una ex zona industriale, riconvertita a quartiere residenziale; dove un bambino può andare a scuola a piedi in sicurezza.
Non è un sogno impossibile, occorre immaginarlo, desiderarlo e poi lavorare per realizzarlo. Non è troppo tardi, impegniamoci per questo.
Gruppo di lavoro Territorio Urbanistica Ambiente
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