Abbiamo aderito alla manifestazione di sabato 26 ottobre Fermiamo la guerra: il tempo della Pace è ora, organizzata dalle associazioni Europe for Peace, Rete italiana Pace e Disarmo, Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, AssisiPaceGiusta, Sbilanciamoci e sostenuta da 350 organizzazioni della società civile per chiedere con forza in primis il Cessate il fuoco a Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina e in tutti i conflitti armati nel mondo e per ribadire anche il rispetto e l’attuazione del diritto internazionale, dei diritti umani, del diritto dei popoli all’autodeterminazione, la risoluzione delle guerre con il diritto e la giustizia e una politica estera italiana ed europea di pace, di cooperazione e di sicurezza comune.
Impensabile un futuro di benessere in Europa facendo la guerra al resto del mondo
Temi emersi dal festoso corteo di 20.000 persone che ha percorso le vie del centro di Roma da Porta San Paolo al Colosseo, e dagli interventi che si sono susseguiti sul palco della manifestazione che hanno sottolineato come le scelte del nostro governo stiano violando sistematicamente le fondamenta della convivenza, della pace e della sicurezza comune incardinate nel sistema ONU con la scusa dell’attacco alla nostra democrazia, ai nostri valori, al nostro modello di società.
Oggi più che mai è fondamentale per la difesa dei diritti, della democrazia, del lavoro fermare le guerre e la corsa al riarmo. Non è pensabile che si possa costruire un futuro di benessere e di sicurezza in Italia ed in Europa se si pensa di fare la guerra al resto del mondo. Temi fondamentali e parte del nostro documento per la pace. Tra i 20mila che hanno partecipato al corteo romano anche rappresentanti di Cgil, ANPI, PD, AVS e dell’associazionismo cattolico.
Sul palco a fine corteo si sono susseguiti gli interventi di Giulio Marcon (portavoce di Sbilanciamoci) di Maurizio Landini (Segretario Cgil) e Stefano Tassinari (vicepresidente Acli).
Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini ha dichiarato
“Di fronte a una crisi della diplomazia, della politica è il momento che il popolo della pace e le persone riprendano voce, perché la guerra è quella che sta determinando l’aumento dell’inflazione, che sta determinando un peggioramento. Solo la pace può permettere di affermare una giustizia sociale, una condizione, un modello economico e sociale diverso”.
Landini ha proseguito sottolineando come
“l’incattivimento sociale in atto, la violenza che aumenta anche nei rapporti tra le persone, è frutto anche della cultura della guerra. Perché la guerra manda il messaggio della violenza, del più forte, che è esattamente il contrario della solidarietà, della coesione e della mediazione sociale”
accusando anche il governo italiano di incentivare questo stato di violenza
“Questa storia che per creare sicurezza bisogna armarsi di più è in realtà una sciocchezza, anche perché, prima o poi, le armi le usi. In questo modo stai buttando via soldi e soprattutto mandi un messaggio devastante, ossia che è semplicemente l’uso della forza brutta a regolare i rapporti”.
Abbiamo lavorato sul tema pubblicando un manifesto che vi invitiamo a leggere e condividere. Il documento riassume la posizione chiara del nostro partito contro la guerra e contro la risoluzione armata o violenta di qualsiasi conflitto.
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