Qualche giorno fa Michela Murgia se ne è andata. Ci ha lasciato una grande eredità: la caratura letteraria,lo spessore intellettuale.l’attivismo a testa alta e la libertà fino agli ultimi suoi giorni.
Per lei, tutto era politica
Una vita dedicata alle battaglie sociali, al femminismo ,al ruolo della famiglia al mondo del lavoro e all’antifascismo.
Capace di fare della parola il suo strumento più prezioso ed efficace, utilizzando uno stile provocatorio e senza paura, ha affrontato le questioni più urgenti e delicate di questi anni: ricordiamo a tal proposito il romanzo Accabadora, in cui viene trattato il tema complesso dell’eutanasia con protagonista una figura che arriva a dare pace quando la vita è diventata dolore.
Con allegria, assertività e acume ha trasformato gli ultimi mesi della sua vita in una battaglia politica per gli altri, con lucidissima generosità.
“Ma l’amor mio non muore”
Ricordiamo il suo sostegno alle campagne per la liberazione di Patrick Zaki, alle questioni di genere e ai diritti delle donne, alla ribellione contro il patriarcato ed all’idea di una famiglia inclusiva che supera i legami di sangue
Nel saggio Stai zitta ha evidenziato le tante storture con cui le donne devono confrontarsi e le “pigrizie linguistiche” che hanno plasmato la società. In God Save The Queer la scrittrice spiega l’equilibrio fra la sua fede cattolica ed il suo attivismo femminista. Nel podcast Morgana, con Chiara Tagliaferri, ha raccontato storie di donne e uomini che, antichi e contemporanei, hanno sfidato ogni tipo di pregiudizio
Michela Murgia se n’è andata ma ci ha lasciato, a testimonianza delle sue battaglie, i libri e articoli, da leggere o ascoltare, che ci tramandano come suo insegnamento più prezioso, la certezza che il cammino verso la consapevolezza e verso la costruzione di una società più equa e più giusta, è difficile ma possibile.
Gruppo di lavoro Diritti Umani, Disuguaglianze e Salute
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