Sono circa le 12 di un mercoledì estivo, il corso è ancora poco frequentato. Si intravedono gli ingressi di molti locali senza pedana

Senigallia accessibile? Andiamo oltre la Bandiera Lilla

Sui giornali locali di questi giorni leggiamo che Senigallia si conferma città della mobilità accessibile per persone con difficoltà motorie in carrozzina.

Per verificarne la veridicità abbiamo seguito, per le strade del centro storico, durante la sua giornata, un nostro caro amico che ringraziamo per averci concesso di conoscere una realtà cosi diversa dalla nostra quotidianità.

Ancora troppe barriere architettoniche, sia negli spazi pubblici che in quelli commerciali

L’inizio della giornata in un bar per scambiare quattro chiacchiere con gli amici, leggere un giornale e socializzare gustandosi una brioche ed un buon caffè, come fanno tutti, non gli è sempre possibile perché pochi bar di Senigallia sono muniti di pedana che permetta l’accesso di una carrozzina.

Per raggiungere il centro storico è costretto a percorrere la strada statale perché, nonostante sia meno sicura per il traffico, il suo manto stradale la rende più adatta di altre strade più dissestate che potrebbero rovinare la sua carrozzina a motore. 

Per fare la spesa deve optare per quei centri commerciali in cui ha la possibilità di accesso.

Spesso, per i suoi frequenti controlli medici, deve accedere ai servizi ospedalieri: non può andare a ritirare i referti dei suoi prelievi effettuati perché si può accedere a questo ufficio solo attraverso una rampa di scale. Altri reparti da lui spesso frequentati sono Chirurgia Vascolare e Fisiatria, nei quali è collocato un ascensore ma è costretto a cercare qualcuno che possa aiutarlo perché per lui, seduto in carrozzina, la pulsantiera è troppo alta ed è impossibile raggiungerla con la mano

Altra sua meta sono gli Uffici dell’Assessorato ai Servizi Sociali, ai quali  per accedere deve effettuare diversi escamotages; con l’aiuto degli impiegati degli uffici dell’ex tribunale si munisce di una chiave che apre la porta di accesso ad un ascensore molto piccolo che lo farà raggiungere la sua meta. Ma questa chiave magica non sempre si riesce a trovare.

Come tutti i cittadini può avere l’esigenza di chiedere un colloquio con il sindaco ma se, per motivi di privacy a lui farebbe piacere andare da solo, non gli è possibile perché la sua mano non può raggiungere la pulsantiera dell’ascensore, troppo alta per chi come lui è seduto in una carrozzina.

Se desidera rimanere a pranzo fuori può farlo solo in quei pochi ristoranti adeguati al suo ingresso in carrozzina e spesso è costretto a correre a casa per espletare i suoi bisogni corporali perché a Senigallia non esistono bagni pubblici e la maggior parte dei bar non ha servizi adeguati per i portatori di handicap.

Non può accedere alla Biblioteca Comunale perché porta e montacarichi non sono a lui adeguati. Così non può partecipare alle manifestazioni culturali che si svolgono all’interno del palazzetto Baviera, dell’Expo-ex, del Palazzo del Duca e della Rocca Roveresca per le evidenti barriere architettoniche.

E questa è la giornata di un disabile a Senigallia. Città accessibile?

Serve un programma multidiscipinare

Una città è accessibile quando una persona con disabilità motoria o sensoriale viene messa in grado di raggiungere luoghi di interesse pubblico o privato in autonomia. Rendere una città accessibile a tutti richiede lo sviluppo di un programma che riesca ad integrare diverse discipline: urbanistica, architettura degli interni, sicurezza e benessere socio-sanitario.

L’amministrazione cittadina, perché Senigallia diventi davvero una città accessibile, deve farsi carico di queste lacune e concordare dove è possibile l’adeguamento, che potrebbe consistere anche solo nell’allestimento di una pedana all’ingresso dei locali e dei negozi.

Gruppo di lavoro Diritti Umani, Disuguaglianze e Salute


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