Lo scorso 19 giugno, senza dibattito pubblico e con scarso coinvolgimento delle forze parlamentari, si è arrivati all’approvazione di una legge che avrà impatti importanti sulla vita concreta delle cittadine e dei cittadini: il ddl Calderoli, meglio noto come autonomia differenziata, permetterà infatti alle regioni a statuto ordinario di chiedere allo Stato la competenza regionale su 23 materie di politiche pubbliche tra cui istruzione, salute, commercio con l’estero, energia, cultura, ambiente, infrastrutture e servizi vari. Le regioni potranno anche trattenere il gettito fiscale, non più distribuito su scala nazionale: di conseguenza, le regioni più ricche trarranno vantaggio e quelle più povere saranno ulteriormente svantaggiate.
Nel proporre differenti livelli di autonomia tra le Regioni a statuto ordinario, il decreto divide l’Italia e danneggia sia il sud che il nord, impoverisce il lavoro, compromette le politiche ambientali, colpisce l’istruzione e la sanità pubblica, smantella il welfare universalistico, penalizza i comuni e le aree interne, aumenta la burocrazia e complica la vita alle imprese, frena lo sviluppo.
La bocciatura più importante del decreto arriva dalla Commissione Europea che, attraverso il Country Report 2024, ha evidenziato l’enorme rischio di aumento delle disuguaglianze regionali e ha parlato di un pericolo per la coesione e le finanze pubbliche del Paese.
L’approvazione della Legge sull’autonomia differenziata è un grave attacco all’impianto costituzionale del nostro Paese. Per tali ragioni l’abrogazione della legge si rende necessaria, perché è a difesa dell’unità del Paese. “L’autonomia differenziata spacca il Paese, aumenta le diseguaglianze e limita l’accesso alla sanità pubblica, alla scuola pubblica, al trasporto pubblico locale e alle persone a seconda di dove vivono. E noi non possiamo accettarlo, non accetteremo mai che ci possano essere cittadine e cittadini di serie A e di serie B”. Sono le parole della segretaria Elly Schlein che lo scorso 20 luglio ha dato il via alla raccolta firme per il referendum contro l’autonomia differenziata, supportata da tutte le opposizioni e le forze sindacali, sociali e associative.
Un messaggio forte e una lotta politica sul campo che ha portato, dopo soli 4 giorni dall’avvio della raccolta, al superamento delle 250 mila firme, metà di quelle necessarie per raggiungere il quorum.
L’obiettivo è la raccolta di 1 milione di firme entro settembre: un risultato straordinario grazie alle nostre e ai nostri militanti impegnati in questa battaglia per l’Italia unita, libera e giusta.
Lascia un commento